Una società sostenibile

di Giacomo Oxoli

Se immaginiamo una bilancia, una a due bracci, di quelle che non si vedono più tanto spesso, possiamo comprendere la sostenibilità nelle sue tre dimensioni. La struttura rappresenta la sostenibilità ambientale mentre i due piatti, che vediamo in equilibrio, rappresentano la dimensione sociale e la dimensione economica.

Quando parliamo del piatto che rappresenta la sostenibilità sociale ci riferiamo alla capacità di garantire equità nell’accesso ai beni e a condizioni di benessere per tutte le persone. 

Dalle molte definizioni accademiche riguardanti il termine emerge che la sostenibilità sociale è il fattore che misura la qualità della società. Una società sostenibile è quella che raggiunge un livello equo di omogeneità e coesione sociale costruito attraverso una distribuzione equa del reddito e un sistema lavorativo che consenta l’accesso a mezzi di sussistenza dignitosi. Una società sostenibile non si basa solo su un equo accesso alle risorse e ai servizi primari, ma anche sul rispetto dei diritti umani, civili, politici e culturali delle persone in un’ottica di giustizia sociale, dove la lotta alle disuguaglianze e il rispetto della dignità umana si sostituiscono a logiche di  sfruttamento e condizioni lavorative pessime. Una società sostenibile apre il processo decisionale creando un tipo di governance aperta e democratica attraverso assemblee cittadine e comitati di quartiere per rendere concreta una partecipazione collettiva delle persone alle decisioni importanti sull’ambiente con cui si convive.

La sostenibilità sociale, secondo la ricostruzione del concetto da parte di due ricercatori, Lee e Jung, è sempre stata la dimensione meno importante dello sviluppo sostenibile fino alla fine del millennio. Dal 2000 fino ai giorni nostri, il concetto è diventato uno dei pilastri o, come ci piace chiamarlo, una dimensione dello sviluppo sostenibile.

Troviamo i primi accenni alla sostenibilità sociale già qualche secolo fa nelle parole di Malthus (1789). Egli affermava che la crescita esponenziale della popolazione e le sue esigenze di consumo non erano compatibili con le risorse della Terra, le quali erano le uniche a garantire sostegno vitale alla società umana. Tuttavia il concetto di sostenibilità sociale è cambiato con il tempo: se nel Rapporto Brundtland (1987) ci si riferiva alla riduzione dei divari salariali e alla diminuzione della fame del mondo, qualche anno dopo, alla Conferenza di Rio (1992), si parlava di miglioramento della vita, di partecipazione delle popolazioni locali allo sviluppo delle proprie aree, di giustizia sociale intergenerazionale. Successivamente sono stati aggiunti alcuni temi come la possibilità di costruirsi un futuro da parte dei singoli. Lo sviluppo e la realizzazione personale, infatti, sono strettamente collegate alla società e all’ambiente in cui si vive: non esiste uno sviluppo sostenibile se non vengono date a tutte e a tutti le stesse possibilità di realizzazione. Inoltre, non sarà possibile una società sostenibile o uno sviluppo concependo il singolo come entità distaccata dagli altri esseri viventi che lo circondano. Questo concetto è stato esposto anche da Papa Francesco nell’enciclica Laudato sì’, portando all’attenzione il concetto di ecologia integrale, ovvero un approccio che restituisce dignità agli esclusi prendendosi cura della natura. 

Per concludere, la sostenibilità sociale è: 

  • Uguaglianza anziché disuguaglianze.
  • Tutela al posto di discriminazione.
  • Coesione e non disgregazione. 
  • Distribuzione equa invece di profitto privato. 
  • Partecipazione collettiva e non più decisioni dall’alto verso il basso.
  • Benessere collettivo, rispetto per le risorse naturali ed economiche. 

Tutto questo sta a indicare un concetto non facilmente intuibile ma che milioni di giovani stanno portando nelle piazze, nelle case, nelle strade, anche quelle della tua città o paese: “Non esiste giustizia climatica senza una giustizia sociale!” (Climate Justice is Social Justice). Non potrà mai esserci una società sostenibile se non tiene conto del benessere di tutti gli esseri umani e viventi con cui convive. 

Fonti

McGuinn et al., Social sustainability, Study for the Committee on Employment and Social Affairs, Policy Department for Economic, Scientific and Quality of Life Policies, European Parliament, Luxembourg, 2020.

http://www.obiettivomeno.it/blog/servizi/sostenibilita-sociale/